domenica 17 gennaio 2016

Leopardi, Marcellis e la calura primaverile. Amare memorie calcistiche

Mi alzo in piedi, tolgo repentinamente il mio armamentario dal tavolo della biblioteca e lo infilo nello zaino. I miei Canti di Leopardi sono usurati, le pagine sono stanche di essere sfogliate ed io, oramai, provo il vomito ad odorare quell’opera. Ritorno in appartamento, congedo il mio coinquilino e prendo il treno per rincasare per il weekend: “Ci vediamo a Vittorio Veneto, vecchio mio…” – affermo affettuosamente, lui mi risponde con un cenno e mi colpisce con un amorevole e paterno schiaffo. Sono un paio di notti che non dormo, mi interrogo e lui conosce il motivo: il motivo si chiama Carla. Io e Carla ci siamo frequentati per un mese o poco più, un rapporto acerbo che è collassato su sé stesso. Niente di serio, vanità e banalità che l’università ti offre e tu, stoltamente, ti senti in dovere di cogliere al volo come un pallone che viaggia a metà altezza e tu colpisci in tuffo a pesce. L’impatto avviene, ma è sempre complicato comprendere dove si spegnerà la sfera. Una sfera che tradizionalmente non vuole mai insaccarsi in rete e preferisce lambire i legni di una metaforica porta chiamata esistenza. 



Sono in treno e ascolto i Marlene Kuntz, Carla è la canzone che risuona meccanicamente nelle mie orecchie e ripenso a questa ragazza dai capelli corvini e occhi glaciali. Io e Carla non abbiamo mai intrattenuto un gran dialogo, ci siamo incrociati e qualcosa è accaduto. Nessun trasporto emotivo mi affliggeva durante quel viaggio verso casa, bensì una continua interrogazione sul femminile ed i suoi atteggiamenti. Il dover fare da carnefice mi è sempre stato d’ingombro e, nuovamente, ho dovuto pronunciare una sentenza pleonastica, ma altresì necessaria. "Ho il cuore pieno di cicatrici", sosteneva. "Prova a perdere tre finali mondiali", pensavo. Poco importa di Carla, pazienza per Elena che mi manca perché quattro anni di relazione disgregati in una mattinata di gennaio si fanno sentire in questi momenti, questo fine settimana c’è il NAC Breda. Ebbene la mia squadra si gioca lo scontro salvezza contro il Roda JC, in casa, forte del 1-0 dell’andata. Una partita che genera elettricità nell’aria. L’atmosfera a casa è pesante, mio padre mi saluta una volta arrivato e discutiamo brevemente dell’imminente match. Vado a dormire, ma prima rileggo qualche lirica del Leopardi. In maniera sonnolenta e poco partecipe.

Mi alzo la mattina seguente, penso a Carla e tiro un pugno sul muro. Non è possibile che ci si comporti così, deglutisco e scruto la mia scarpa del NAC per una buona oretta. La tengo vicino ai miei libri, è un appiglio metaforico in questa tesa mattinata. Stento a fare colazione, guardo il telefono, un messaggio ricevuto: “Ehi vecchio, tutto bene?”. È il solito coinquilino e amico di una vita, il messaggio però non parla di Carla, parla del NAC. “Sì, sì, sono in una tremenda agitazione.”, rispondo velocemente. Arriva il primo pomeriggio, mi piazzo sul divano e la partita ha inizio. Il NAC non tiene assolutamente il campo, non riesce a gestire il vantaggio e prende una rete scottante: Paulissen al 43’ porta in vantaggio il Roda. Tutto da rifare. La ripresa è una vera e propria sofferenza: Jelle ci toglie dallo specchio della porta un paio di conclusioni pericolose e Seuntjens si fa cacciare dal terreno di gioco per un fallo oltremodo sciocco. Swinkels, centrale colorito del Roda JC, decide di fare lo stesso e la parità numerica è ripristinata. Si sconfina nei supplementari e le mie speranze si fanno sempre più flebili. Il NAC guadagna un corner, Tighadouini va alla battuta e sbuca Marcellis: GOAL! Il pallone entra di circa un centimetro, varcando inesorabilmente la linea. Pareggio, siamo ancora vivi. Una rete sporca, voluta e di cuore, come il sottoscritto. Una volta arrivata la conferma della marcatura del nostro capitano caccio un urlo da eroe omerico, abbraccio veemente mia madre e comincio a saltare sui divani come se non ci fosse stato un domani, accompagnato dal mio cane che diviene incosciente partecipe della festa. Scoppio in lacrime, lacrime di gioia. Piango, alla stregua di quando Sneijder decise di infilare il miracolato Ochoa in un Olanda - Messico dell’estate precedente e pareggiare la gara a ridosso del tempo regolamentare. Lo stesso Sneijder tanto amato da Elena, che momentaneamente salvò la nostra relazione all'88' di quel paradossale match, poiché il calcio offre epifanie che una persona non può che cogliere al volo. Grazie Marcellis, grazie di cuore.


Vada al diavolo Carla, ha segnato Marcellis e possa pure prendere la via degli inferi Federica. Sì, Federica che mi osserva malignamente in biblioteca e che suole intrattenere un gioco di sguardi: una sfida a chi abbassa il volto per primo. Rigorista e portiere, nervi tesi e chi domina la pressione porta a casa il risultato. Peccato non sappia batte i rigori, sono un terzino ed un centrale difensivo adattato, come Marcellis. Oggi la mediocrità però ha fatto goal e poco importa.
 
Il fotogramma della rete di Dirk Marcellis

La partita prende una piega favorevole al NAC Breda, ma Naah e Tighadouini falliscono la rete del decisivo 2-1 che ci avrebbe regalato la certezza della permanenza in Eredivisie. Già, una certezza che con il femminile non puoi mai dire di possedere. Van Hyfte, 2-1 Roda ed il sottoscritto si porta le mani nei capelli. Carla, Federica, Elena perché mi fate questo? Non ho mai smesso di credere nella salvezza e sino all’ultimo minuto urlavo per incitare i ragazzi. Probabilmente cercavo di animare anche me stesso. Tighadouini guadagna una punizione dal limite al 120’, alla battuta va lui perché è l’uomo della provvidenza, destro a giro: fuori di un soffio. Fischio finale, NAC Breda retrocesso nella serie cadetta. Buio totale, realizzo di essere stato sconfitto da una settimana amara, anzi da un anno amaro. Piango, forte e per diverso tempo. Mi distendo a terra e abbraccio il mio cane. È morto qualcosa dentro di me quel giorno, un qualcosa che sarebbe rinato solo pochi mesi dopo. Mi guardo intorno e sospiro. Non ho fame o sete, sono sudato e stanco come avessi giocato io quella partita o, per meglio dire, come l’avessi persa io quella partita. La seconda sconfitta di quella settimana, l’ennesima sul lungo periodo. La rivincita non è avvenuta, non ne siamo stati in grado. Io e quel branco di ragazzi che vestono di giallonero, figli di una madre sfortunata. Ci si giocava qualcosa di più quel pomeriggio, loro lo sapevano e non ci siamo riusciti, il fato ha eretto un muro. Io, da solo in casa sbatto la testa contro la parete, il malessere non è dicibile. Ho perso, ancora, non me ne capacito. Vorrei scrivere a Carla, dirle che è stata lei a far retrocedere il NAC Breda, non avrebbe capito, non ci siamo mai compresi. Elena mi scrive. Elena sa che amo follemente il NAC Breda, mi chiede come sto e le rispondo malamente. È inevitabile, il NAC Breda è stato sconfitto. Penso, mi tormento e mi chiedo perché Robben non superò Casillas, perché Resenbrink nel ’78, perché il cucchiaio di Totti. Nazionale dannata, come il NAC, come il sottoscritto. Incapaci di vincere, invisi a qualche divinità.

Mi rifugio nel pub del paese, i miei amici ciarlano, ma non riesco ad ascoltare nulla. Sono alienato dal dolore sportivo. Ordino una birra, color giallo paglierino e l’ombra del boccale è nera. Giallo e nero. Giallo come il fiore che posai sui capelli di Carla, neri come la pece in uno dei nostri incontri. “Stai davvero bene con questo fiore.”, le dissi. Lei non sapeva che volevo ricreare i colori della mia squadra del cuore servendomi della sua figura, ignara mi sorrideva e mi guardava fiduciosa in quel pomeriggio afoso di maggio, dopo una lezione sul Decameron di Boccaccio. Condivideva non conscia il mio amore, ne era immagine, non sostanza. Io mi persi in lei in quel momento posticcio, ma non andai oltre l'intermittenza temporale. Una volta realizzato che Carla non era il NAC, ma bensì un artificio, il mio dolore si estinse e con esso il pensiero di Carla. 

Risolvo la pratica mentale Carla, ma non riesco a capire perché mi senta in dovere di tifare NAC Breda. Una volta rientrato a casa, apro sommessamente Leopardi, La ginestra

"Come la ginestra nata sulla pietra lavica
mi vedo lottare come mosca nel bicchiere
eppure Dio, lo lascio fare" ( La morte - Baustelle )

Leopardi tifava sicuramente una squadra del calibro del NAC. Recepisco la risposta ottocentesca e chiudo il libro. Ricomincio ad esistere. 

lunedì 22 settembre 2014

Top & Flop della 3° giornata di Serie A

Il terzo turno di Serie A ci ha fornito diverse sorprese: la disfatta del Napoli ad Udine ed il pareggio casalingo strappato dal Palermo all'Inter. Invece Juventus e Roma si sono confermate le regine di questo campionato, i bianconeri hanno superato il Milan di Filippo Inzaghi, mentre i giallorossi hanno neutralizzato il Cagliari con un secco due a zero. La rubrica Top&Flop, come di consueto, vi illustrerà i migliori ed i peggiori di questa giornata del massimo campionato italiano. 


Fonte foto: https://it.eurosport.yahoo.com/



TOP

Roberto Donadoni: il Parma va sotto al Bentegodi contro il Chievo Verona, ma l'allenatore dei gialloblù non fa una grinza. Il suo Parma non si fa prendere dalla frenesia del risultato, ma bensì mantiene la propria identità di gioco e coglie la prima vittoria in campionato. Il tecnico bergamasco inserisce due uomini fondamentali nella rimonta di Verona: Massimo Coda, una rete ed un assist, e Massimo Galloppa, fautore della vittoria con le sue verticalizzazioni illuminanti. Quest'ultimo calciatore di gran classe, limitato dai continui infortuni, potrà rivelarsi fondamentale per lo scacchiere di Roberto Donadoni.

Mattia Perin: il Genoa balla forte in difesa, ma il giovane portiere si supera in una serie consistente di circostanze. I grifoni riescono a centrare la vittoria contro la Lazio sopratutto grazie al proprio estremo difensore. Il giovane portiere, aiutato anche dai legni, chiude la saracinesca e strega la propria porta. Una prestazione da otto in pagella per l'ex Pescara ed è sempre più decisivo il suo apporto alla causa del Genoa. 

Daniele Rugani: il difensore classe 1994 stupisce tutti con una prestazione eccellente. La fase difensiva è impeccabile e dimostra una personalità da veterano andando ad impostare l'azione a testa alta. Il leader difensivo dell'Empoli è lui, nonostante la giovane età. Rugani si rivela provvidenziale anche in zona goal, dopo un paio di reti fallite trova la prima marcatura in Serie A che consente all'Empoli di pareggiare un sanguinoso match contro il Cesena.

FLOP

 
Fonte foto: www.mister-x.it
Napoli
: la squadra di Benitez si sta rivelando la delusione del campionato. Le sconfitte oramai sono due su tre partite giocate. La vittoria in Europa League sembrava aver rinfrancato un ambiente, ma il progetto del tecnico spagnolo e della società sembra destinato allo sfascio. Il centrocampo accusa una certa carenza di personalità e qualità, troppi "mezzi giocatori" in mezzo al campo e pochi calciatori di carattere. La difesa è il vero punto debole di questa rosa: Raul Albiol non si è rivelato il difensore esperto come ci si aspettava, Britos è irrimediabilmente un calciatore mediocre e sopratutto disastroso nelle vesti di terzino sinistro. L'ambiente risente di un certo nervosismo e pressione. Gli asini stanno toccando il fondo.

Inter: lo svarione di Vidic condiziona il match dalle prime battute. La squadra di Mazzarri sembra aver una certa difficoltà a trovare la chiave del match quando la squadra avversaria è ben arroccata in difesa. Icardi e Osvaldo sono una coppia in fase di costruzione e poco collaudata, tanto che fanno fatica ad intendersi in queste circostanze. Hernanes nella ripresa non ha dato la svolta che ci si aspetta da un calciatore del suo livello. L'unica nota positiva è la stella Kovacic, l'Inter è in mano al trequartista croato classe 1994. 

I rigoristi del Torino: le massime punizioni assegnate ai granata sono ben due nel giro di tre partite, entrambe fallite. Questa volta è El Kaddouri a fallire dal dischetto, dopo l'errore alla prima uscita di Larrondo. Il Torino è ancora fermo a quota zero goal siglati in questa stagione con un misero punticino in classifica. La squadra risente delle partenze illustri di Cerci ed Immobile. Amauri e Quagliarella non sembrano essere sostituti all'altezza per una compagine impegnata anche sul fronte europeo. La sconfitta casalinga contro l'Hellas Verona risulta eccessiva, ma le dinamiche nel reparto avanzato devono essere immediatamente risolte. 




lunedì 15 settembre 2014

Top & Flop della 2° giornata di Serie A

Jeremy Menez esulta in seguito alla propria splendida marcatura


La rubrica Top&Flop ritorna per il 2° turno della massima serie italiana. Ecco a voi chi ha sorpreso in questa giornata e chi ha decisamente deluso per quanto riguarda la Serie A. 

TOP

- Jeremy Menez: il calciatore francese incanta l'impianto del Tardini con una prestazione a dir poco superba. Il computo totale a gara terminata sono due reti ed un assist, non male per un giocatore che è stato poco pubblicizzato a livello di campagna acquisti. Il motore della manovra di Filippo Inzaghi è proprio l'ex PSG, la sua capacità di penetrare fra le maglie della difesa avversaria e dialogare con i compagni di squadra lo annoverano come una delle possibile sorprese di questo Milan ringiovanito. La seconda rete è una dimostrazione del potenziale di Menez, di chi ha una grande coscienza dei propri mezzi e ha finalmente trovato la via per usarli al meglio. 

- Mauro Icardi: il talento dell'Inter è spesso oggetto di gossip di vario genere, ma nella giornata di ieri ha fatto parlare di sé come calciatore. Una tripletta per l'attaccante argentino contro un impalpabile Sassuolo. Sarò lui il capocannoniere di questa stagione? Il suo potenziale lo conferma, ma per arrivare a tale onorificenza bisogna lavorare sodo e con grande continuità. Mazzarri, nonostante la frattura del metacarpo, gioisce con il proprio bomber.

- Francesco Bardi: l'estremo difensore del Chievo Verona conferma le buone parole spese sul suo conto nel corso delle passata stagione. Il rigore di Higuain è stato neutralizzato alla perfezione. Bardi ha dato sicurezza all'intero reparto, dirigendo con grande maestria il reparto arretrato e effettua grandi interventi che permettono al modesto Chievo di trionfare al San Paolo. 


FLOP

- Il Sassuolo: i neroverdi non scendono in campo a San Siro e rimediano un 7-0 pesantissimo, replicando la disfatta della passata stagione. La compagine di Eusebio Di Francesco ha fallito tutto ciò che poteva fallire nel match contro l'Inter. Una vera e propria umiliazione per gli emiliani che si scontrano con una propria inesperienza nel affrontare sfide di questo calibro. Berardi completa la disfatta con una gomitata ai danni di Juan Jesus e la conseguente espulsione. La sua condotta sta limitando il suo rendimento e deve correggere al più presto il suo comportamento se non vuole ricorrere in ricorsi storici che il mondo del calcio ci ha proposto.

- Il Napoli: la sconfitta casalinga brucia e ridimensiona le aspettative per questa stagione. I giocatori non sono armonici fra di loro e la manovra è lenta. Un Napoli molto provinciale e poco europeo, considerato che Higuain è l'unico in grado di cambiare le sorti del match e tutti i palloni confluiscono a lui. Insigne rimedia un'altra prestazione opaca e deludente. Benitéz è in grande difficoltà e non è escluso che possa ricorrere a stravolgimenti tattici per dare una scossa agli azzurri.

- Mario Gomez: il panzer tedesco non trova la via della rete e comincia a diventare pesante il suo digiuno. Nel match contro il Genoa non si rende mai pericoloso e viene contenuto al meglio dalla retroguardia orchestrata dalla vecchia volpe Gasperini. Montella lo sostituisce a metà della ripresa nella delusione più totale del Franchi. La Fiorentina è in difficoltà considerato lo scarso momento di forma di Gomez e l'infortunio di Rossi. La linea verde Babacar - Bernardeschi riuscirà a sostenere il peso dell'attacco viola nonostante la scarsa esperienza nel massimo campionato italiano?

(Fonte foto:www.goal.com)


lunedì 1 settembre 2014

Top & Flop della 1° giornata di Serie A

La soddisfazione di De Guzman (fonte: www.goal.com )


Il massimo campionato italiano ha preso il via e ci sono state diverse conferme e notevoli sorprese. Vi riassumeremo la prima giornata di Serie A con la nostra speciale rubrica "Top&Flop". 

TOP:

- Juventus - Roma: le due regine della passata stagione non steccano la prima in campionato. La compagine di Allegri vince di misura al Bentegodi contro il Chievo, ma sciupa una serie incredibile di palle goal. Un'altra serie di prestazioni di questo calibro e il tecnico livornese conquisterà i cuori dei tifosi bianconeri. La Roma soffre con la Fiorentina, ma vince e convince con le reti di Nainggolan e Gervinho. Ottimo l'esordio di Manolas e discreta prestazione di Iturbe.

- Il Cesena: gli emiliani sconfiggono un quotato Parma con una pregevole prestazione casalinga. Bisoli arringa i suoi con grande pathos e Alejandro Rodriguez con una spizzata di testa regalano i 3 punti ai cavallucci marini. Una rondine non fa primavera, ma ora il Cesena è a -37 punti dalla salvezza.

- Jonathan De Guzman: il calciatore olandese entra e segna al 95' per il Napoli. Un esordio da favola per l'ex Feyenoord. Gli azzurri avevano sofferto a lungo le incursioni di Perotti e Pinilla, ma la rete del neo acquisto ordinato da Benitéz risulta decisivo nel finale di gara. "Quando il buongiorno si vede dal mattino". 

FLOP:

- La difesa della Lazio: De Vrij si lascia scappare il faraone nell'occasione del vantaggio di Honda ed è ingenuo nel toccare Menez in occasione del rigore nella ripresa. La massima punizione non era sicuramente da assegnare, ma l'olandese non è stato lucido. Cana e Radu si sono fatti infilare troppo facilmente in occasione dei contropiedi dei rossoneri. Basta è l'unico a salvarsi nella Caporetto del reparto arretrato biancoleste.

-  La scarsa inventiva dell'Inter: il pari contro un buon Torino non è da gettare alle ortiche, come si suol dire, ma la poca attitudine a costruire gioco da parte dei nerazzurri è una lacuna che va colmata immediatamente. Hernanes e Kovacic hanno stentato nell'arco della partita, solo Osvaldo ha saputo ravvivare un attacco spento e mal supportato dal centrocampo. Nella partita di Torino un altro "flop" è stato quello del direttore di gara Doveri che si inventa un rigore a favore dei granata e espelle Vidic per un presunto applauso ironico. 

- Il Palermo: si fa rimontare dalla Sampdoria, costretta per gran parte del match a giocare in dieci uomini. Negli ultimi minuti i rosanero perdono la testa e Gastaldello gli punisce, inoltre ad una manciata di secondi dallo scadere i Doria rischiano di portarsi sul 2-1. Iachini e compagnia dovranno dimenticare gli ultimi 10 minuti e ripartire dal pregevole primo tempo che hanno compiuto. 


venerdì 8 agosto 2014

Torna l'Europa che conta. Ecco le avversarie delle italiane ai preliminari


Il leitmotif dell'estate è constatare che il calcio italiano è al ribasso, in sintesi le squadre dello stivale sono tecnicamente poco qualitative e decrepite. Il discorso regge fino ad una certa soglia, per questo è necessario ripartire dalle competizioni europee per ripristinare l'antico smalto di cui le "italiane" godevano sino ad una decina di anni fa. Verso la fine di agosto Torino, Inter e Napoli saranno impegnate nei rispettivi preliminari. I granata e i nerazzurri giocheranno per un posto in Europa League, mentre i partenopei vogliono fortemente partecipare alla Champions League per sognare in grande. 

L'Hajduk Split non è un avversario irresistibile per la squadra di Ventura, ma un eventuale partenza di Cerci potrebbe complicare la faccenda. I croati sono indomabili, come testimonia la rimonta effettuata fra le mura casalinghe ai danni del Shakhter Karagandy. Sarà fondamentale non perdere la testa a Spalato e fare il proprio dovere a Torino, più facile a dirsi che a farsi, ma sono considerazioni necessarie. 

Il generale Mazzarri deve partire dall'Islanda per il principio della propria campagna di conquista. Lo Stjarnan sarà la prossima avversaria dell'Inter. Questo sorteggio fa sicuramente sorridere, perché la rosa degli islandesi vale meno di un milioni di €, in sintesi il prestito oneroso di Dodò. Lo Stjarnan però non è una squadra completamente sconosciuta, anzi è rinomata sul web per le sue bizzarre esultanze. Ad ogni modo un fallimento nel passaggio alla fase finale della competizione sarebbe una tragedia ai livelli della Medea di Euripide. 




Il compito del Napoli non è affatto semplice, l'urna di Nyon non ha sorriso agli azzurri, considerato che l'Atlethic Bilbao non è una squadra di basso rango. I baschi sono avversari ostici ed il San Mamés non sarà agevole da espugnare. Il Napoli ha le frecce nella faretra per superare il turno, ma ci sarà da sputare sangue contro gli spagnoli. L'arrivo di Fellaini serve come il pane per una mediana che scarseggia di qualità e filtro. Il belga è un giocatore di valore tecnico assoluto, al di là della pessima annata con i Red Devils. Attenzione massima e tanto cuore serviranno agli uomini di Benitéz per passare il turno. 




Questo il tabellone completo degli spareggi di Champions League: 


Percorso Campioni

Maribor (Svn)  - Celtic (Sco) 
Salisburgo (Aut) - Malmoe (Swe) 
Aalborg (Den) - Apoel (Cyp)
Steaua Bucarest (Rou) - Ludogorets (Bul) 
Slovan Bratislava (Svk) - Bate Borisov (Blr)

Percorso Piazzate

Besiktas (Tur) - Arsenal (Eng) 
Standard Liegi (Bel) - Zenit San Pietroburgo (Rus) 
Copenaghen (Den) - Bayer Leverkusen (Ger) 
Lille (Fra) - Porto (Por)
NAPOLI (ITA)  - Athletic Bilbao (Esp)

I play-off di Europa League:




Sarajevo (Bih)-Borussia Moenchengladbach (Ger) Apollon (Cyp)-Lokomotiv Mosca (Rus)
Astana (Kaz)-Villarreal (Spa)
Young Boys (Sui)-Debrecen (Ung)
Zwolle (Ola)-Sparta Praga (Cze)
Spartak Trnava (Svk)-Zurigo (Sui)
Asteras (Gre)-Maccabi Tel-Aviv (Isr)
AEL Limassol (Cyp)-Tottenham (Ing)
Dnipropetrosk (Ukr)-Hajduk Spalato (Cro) Dynamo Minsk (Blr)-CD Nacional (Por)
Qarabag (Aze)-Twente (Ola)
Petrolul (Rom)-Dinamo Zagreb (Ccr)
HJK Helsinki (Fin)-Rapid Vienna (Aut)
Trabzonspor (Tur)-Rostov (Rus)
Zimbru Chisinau (Mda)-PAOK Salonicco (Gre) Rnk Spalato (Cro)-Torino (Ita)
Omonia (Cyp)-Dynamo Mosca (Rus)
Aktobe (Kaz)-Legia Varsavia (Pol)
Lione (Fra)-Astra (Rom)
Lokeren (Bel)-Hull City (Ing)
Neftci (Aze)-Partizan Belgrado (Srb)
Ruch (Pol)-Metalist Kharkiv (Ukc)
Elfsborg (Sve)-Rio Ave (Por)
PSV Eindhoven (Ola)-Shakhtyor Karagandy (Blr) Karabukspor (Tur)-Saint Etienne (Fra)
Stjarnan (Isl)-Inter (Ita)
Panathinaikos (Gre)-Midtjylland (Dan)
Feyernoord (Ola)-Zorya (Ukr)
Grasshopper (Sui)-Club Bruge (Bel)
Real Sociedad (Spa)-Krasnodar (Rus)
Rijeka (Cro)-Sheriff Tiraspol (Mda)


(Fonte foto: sport.panorama.it)


giovedì 7 agosto 2014

Europa League: Torino 4 - 0 Brommapojkarna. Granata indomabili contro gli svedesi



TORINO: Con il  0-3 maturato fuori casa e visto il livello della squadra svedese, non si può dire che Ventura non abbia dormito a sogni tranquilli; con Cerci, ancora nelle grazie delle milanesi, nemmeno convocato, il tecnico genovese schiera il 3-5-2 di fabbrica con un centrocampo pressoché inedito: giocano infatti i neo acquisti Molinaro, Nocerino, Perez, Benassi più il confermato Darmian, in difesa il pacchetto Moretti, capitan Glik, Bovo difende la porta di Padelli, i due davanti, come nella gara di andata, sono Larrondo e Barreto.

BROMMAPOJKARNA: I ragazzi di Bromma, attualmente ultimi in classifica a 9 punti (con una sola vittoria in 17 gare), reduci da due pareggi consecutivi in campionato, arrivano a Torino con lo scopo principale di esibire i propri giovani e fare dell’esperienza internazionale (come ha dichiarato nell’intervista stampa prepartita il c.t. Stefan Billborn). Ricordiamo ai lettori che questa società ha vinto l’accesso ai preliminari di Europa League grazie al premio Fair Play dell’Allsvenskan e nonostante questo è riuscita a eliminare i finalandesi del VPS e successivamente i nordirlandesi del Crusaders. Si schierano in campo quest’oggi con un 4 - 3 - 3 che diventa un 4 - 4 - 1 - 1 in fase difensiva.

La cronaca

Primo tempo
Olimpico delle grandi occasioni per il ritorno in Europa del Torino, si contano sulla punta delle dita i seggiolini liberi tra i 20000 spettatori. L’arbitro fischia l’inizio e dopo qualche minuto di gestione della palla torinista assistiamo alla prima bella azione del match: Molinaro gestisce il possesso palla, Larrondo fa il movimento incontro poi si muove in profondità, palla a Barreto che lancia il suo compagno di reparto sulla linea del fuorigioco che da solo davanti al portiere non angola particolarmente il tiro e viene respinto ma la palla resta in aria e dentro l’area piccola Jonsson viola la sua porta colpendo goffamente con la coscia sinistra. 1 a 0 Torino! I Granata continuano a dominare il campo sfruttando nel migliore dei modi gli esterni di centrocampo che mettono sempre in difficoltà la sterile difesa svedese: spunto di Molinaro sulla sinistra che salta di netto il proprio marcatore e arriva a concludere di destro ma il portiere blocca a terra. La partita prosegue a ritmi particolarmente bassi, il Torino infatti non ha la necessità di forzarli; ci provano Nocerino con un tiro dalla distanza e Benassi con un buon inserimento. Al 37’ scambiano ancora i due davanti, Barreto allarga palla sulla corrente Darmian che lascia partire un tiro-cross, il pallone viene nuovamente deviato dallo sfortunato Jonsson che per la seconda volta beffa il suo portiere. 2 a 0 Torino! Ovazione dello stadio per il giovane nazionale. Il tempo continua fino al 46’ senza emozioni.

Secondo tempo
Il secondo tempo si apre con uno scroscio di applausi per Fabio Quagliarella che sta per entrare in campo. Subito emozioni con la discesa sulla destra di Darmian, cross rasoterra al centro per Barreto che colpisce forte ma centrale, para Blazevic. La partita continua sulla falsariga del primo tempo, Torino che attacca sfruttando le fasce e i buoni movimenti dei due attaccanti. Ventura effettua i primi due cambi inserendo Quagliarella e Martinez al posto di Larrondo e Barreto, proprio quest’ultimo con una rapida ripartenza si guadagna un fallo dal limite dell’area e sul relativo calcio di punizione Bovo colpisce il palo esterno. Al 77’ ha il via l’azione che porterà al terzo gol granata, Benassi apre sulla sinistra per Molinaro, il cui cross viene impattato da Martinez sulla traversa, sulla respinta Nocerino tenta una rovesciata che viene smorzata con la mano da Magnusson, Quagliarella continua l’azione e di tacco libera Martinez che segna in scivolata, ma l’arbitro ferma tutto e fischia il rigore; si presenta Quagliarella sotto la curva Maratona ed insacca nonostante Blazevic abbia scelto l’angolo giusto, gol al debutto per l’ex juventino. 3 a 0 Torino! Terzo cambio all’80’ per il Torino che fa uscire il proprio capitano Glik, lasciando spazio al giovane svedese Jansson. All’89’ c’è spazio anche per Martinez che timbra il cartellino ribattendo in rete di testa un ottimo cross dell’imprendibile Molinaro. 4 a 0 Torino! Questo è anche il risultato finale di questo terzo turno preliminare di Europa League, va segnalata una sproporzione esagerata tra i valori in campo delle due squadre: è impietosa la statistica che segnala 0 alla voce tiri del Brommapojkarna, sono solo 2 i tocchi con le mani del portiere Padelli.

TOP: Molinaro


FLOP: Brommapojkarna

(Fonte foto: www.toro.it )

lunedì 21 luglio 2014

Dunga-bis. Quando il troppo stroppia

 
Tutti gioiosi e festanti per il ritorno di Dunga

Carlos Dunga sarà nominato neo c.t. della "Seleção" nella giornata di domani. L'ex mediano aveva rivestito il ruolo di commissario tecnico dei verdeoro già per quattro anni fino al campionato mondiale in Sud Africa. La scelta da parte della federazione calcistica brasiliana è sicuramente singolare, perché dopo un mondiale catastrofico da parte dei sudamericani ci si aspettava un cambio di rotta deciso. La rinomina di Dunga deve sembrare una pessima barzelletta agli occhi del popolo brasiliano, poiché si ritorna su un tecnico che ha palesato limiti evidenti. Il trionfo in Confederation Cup nel 2009 ha illuso i brasiliani, infatti l'epilogo noi tutti lo conosciamo: Brasile fuori ai quarti di finale contro l'Olanda di Van Maarwijk. 


Il voler ritornare su Dunga pare una soluzione di "convenienza" e brevemente vi spiego il perché: ad ora  non ci sono tecnici sulla piazza in grado di voler e poter ricostruire una selezione disastrata, quanto promettente. I giocatori di talento e giovani ci sono, non nascondiamoci. Il peso però di reggere sul petto un' intera nazione e poi in secondo piano una nazionale spaventerebbe chiunque, tecnici stranieri nella fattispecie. Dunga è sembrato l'unico incosciente da poter accettare tale ruolo, oltre che vestire quei maglioni.

Dunga in versione "casual", nel senso che si è vestito casualmente

La seconda motivazione è piuttosto intuitiva: nelle ultime due partite il Brasile ha incassato un passivo di 10 reti subite, questo ha fatto scattare il campanello d'allarme e si è voluti ripiegare su Dunga. Perché l'ex gigliato ? Semplice, il gioco di Dunga è, per usare una definizione spicciola, "speculino". Il reparto arretrato e la tattica vengono favorite dal prossimo tecnico del Brasile rispetto al gioco fluido e "samba", ma siamo certi che sappia essere così tatticamente ineccepibile? Il dubbio che mi ricopre dopo la notizia della sua nomina mi tormenta la notte, un tecnico che è andato a perdere con una rete di Sneijder di testa un quarto di finale. Mah. La tattica e la preparazione "a tavolino" dovrebbe ridurre al minimo gli errori individuali, ma nel match contro l'Olanda oltre al sopracitato colpo di testa del trequartista olandese, ricordo un'autorete di Felipe Melo e un cartellino rosso di quest'ultimo per un fallo scriteriato su Robben. Il Brasile di Dunga nel mondiale sudafricano ha sofferto contro la modesta compagine della Corea del Sud, un 2-1 striminzito, ma che comunque non ha impedito ai brasiliani di passare il girone. 

La sintesi del mio parere su Dunga, dopo questo vomitevole minestrone di parole, è che ha strutturato una squadra che non sa difendere il vantaggio, vedi match contro l'Olanda, e non riesce a creare gioco nemmeno contro le nazionali più "disastrate". Gli uomini del 2010 erano in potenzialità più talentuosi e navigati degli uomini che nella prossima Coppa America e presumibilmente nel prossimo mondiale russo vestiranno la casacca verdeoro. Siamo sicuri che Dunga possa fare realmente qualcosa? Stiamo parlando di un c.t. che non ha dato un impronta difensiva alla propria squadra, non costruisce gioco, non è coesa ed è facilmente manipolabile sotto il profilo puramente psicologico durante il match. 

Il tempo dirà se sto delirando. Non escludo che verrò smentito.