"Sull'orlo di una strada una gara di follia contro il sipario amaro della xenofobia canti d'agonismo e di emozioni da spartir, di cori lastricati di coscienza e d'avvenir."
Così recitano i Talco, gruppo ska italiano, in onore di St. Pauli.
Il quartiere di St. Pauli si sviluppa con la denominazione
di “Hamburger Berg”, ossia monte di Amburgo, intorno al XVII secolo. “Hamburger
Berg” si trova al di fuori delle mura della città di Amburgo, ad ovest del centro
cittadino affacciato sul fiume Elba. Il monte attiguo al suddetto distretto fu
usato per motivi militari grazie alla sua posizione strategica. Superati i
conflitti, la pre-industrializzazione si diffuse nella Germania settentrionale
e anche il fiorente porto di Amburgo venne coinvolto in questo processo di
crescita economica ed industriale. Ben presto ogni tipo di attività pre-industriale e
commerciale venne bandita dal porto di Amburgo e venne relegata nel quartiere
di “Hamburger Berg” a causa dell’inquinamento acustico e i cattivi odori che
queste attività portavano. Curiosamente la via più famosa del quartiere e
tuttora esistente si chiama “Reeperbahn” ossia “via dei cordai”, questo perché “Hamburger
Berg” pullulava di fabbricanti di corde, questo genere di produzione, soprattutto
destinata ad un ambito navale, era largamente diffusa nella Germania
settentrionale. Alla fine del XVII secolo, una volta spostate il lazzaretto e
le industrie più pestilenti e maleodoranti, il distretto viene denominato
St.Pauli in onore della chiesa edificata nel quartiere. Il risvolto più
importante però risiede nel fatto che il distretto protoindustriale di St.
Pauli divenne abitabile, con risvolti sociologici interessanti che andremo ad
affrontare.
St. Pauli si evolse nel tipico quartiere dove pirati e banditi
si accasavano momentaneamente prima di riprendere la navigazione, essendo
Amburgo uno dei più grandi porti europei di quel tempo. Inquinamento, cattivi
odori, rumori alienanti divennero solo il principio dei problemi per gli
abitanti di St. Pauli; la prostituzione si diffuse come una delle maggiori attrattive
per i pirati e marinai. Il quartiere divenne così invivibile e di difficile
gestione. Sino a qui la faccenda non ha nulla di esaltante, ma la nostra storia
comincia ad essere accattivante nel ‘900. In seguito al doppio conflitto
mondiale che ha prostrato l’intera Europa, nella Germania sconfitta nel animo,
sul campo ed a livello ideologico la ripresa fu lenta e travagliata. Nella fattispecie nel settentrione ove depressione economica e di valori si fece sentire più che in
altre zone. Inutile dire che un quartiere come quello di St. Pauli ne fece le
spese sin dal primo dopo guerra. A metà degli anni 60’ straordinariamente “Hamburger
Berg” si affermò come centro di crescita e diffusione musicale, i Beatles vi
suonarono prima di divenire famosi ed altri artisti fecero le prime
apparizioni. Negli anni 80’, nel bel mezzo della guerra fredda, St. Pauli
si trasformò uno degli epicentri del comunismo tedesco, aldilà della scelta politica, mutò in un quartiere avverso a qualsiasi tipo di sistema, dove l’anarchia paradossalmente regnava. Questa scelta
ideologica e l’essere lo snodo principale della diffusione della cultura punk
nella Germania Ovest divennero un vero e proprio fenomeno sociologico con
risvolti davvero interessanti, quasi dal far trasformare St. Pauli in un isola di anarchia e
dissoluzione.
Stemma della polisportiva St. Pauli |
Nella follia più generale nacque il Fußball-Club St. Pauli
von 1910, polisportiva in cui figurava una squadra di calcio. Gli inizi del
club non furono decisamente esaltanti una spola fra massima divisione e la
serie cadetta marcò le prime esperienze della compagine dei pirati. Una sola
emozione nel primo dopo guerra: nel 1931 la squadra arrivò agli ottavi del
campionato tedesco, ma la sua corsa verso il titolo si fermò tragicamente lì. La storia
calcistica del St. Pauli rispecchia quella del suo quartiere, nacquero le prime
rivalità con l’Amburgo e la permanenza nella Bundesliga, istituita negli anni
60’, non fu mai duratura e ricca di soddisfazioni. Il St. Pauli navigava nelle
morenti acque della Regionaliga. I soldi scarseggiano e nel 1983 il St.Pauli fu
retrocesso nella Oberliga Nord, serie inferiore alla Regionaliga, per mancanza di fondi. La società seguendo di pari passo la storia
del proprio quartiere, si trasferì nella "via dei cordai" nel Millerntor-Stadion.
Il club da tradizionale divenne anticonformista, divenne proprio un simbolo di
ciò che rappresentava, ossia le prostitute di Reeperbahn, dell’anarchia e la connotazione "anti-sistema" dei propri cittadini. Questa peculiarità rese la
compagine davvero celebre in tutta Europa. L’adozione della Jolly Roger dai
tifosi del St. Pauli divenne un cult, tifoserie organizzate come quella della “18auf12”
si diffusero in tutta la Germania per supportare il piccolo club di “Hamburger
Berg”. Il momento di celebrità il St.Pauli lo vive nei primi anni 2000
culminato con la promozione in Bundesliga nel 2010. La stagione successiva
capitolata in una scontata retrocessione in Zweite Liga regala ai “Kiezkicker”
uno delle più grandi soddisfazioni possibili: battere i rivali dell’Amburgo per
la seconda volta nella loro storia. Attualmente il St. Pauli ristagna nella
Zweite Liga. Diverse sono le affiliazioni con altri club, come il Celtic Glasgow. Le rivalità più sentite sono quella con l'Amburgo e l'Hansa Rostock, focolare fra i suoi supporters del neo-nazismo.
La tifoseria del St. Pauli |
La storia del club è avara di successi, ma ciò che
contraddistingue questo club è l’avversione al sistema. La classifica è
relativa e i punti accumulati sono secondari, chi milita nel St. Pauli deve
accettare le ideologie del St. Pauli. In primo piano vi è l’affezione al club,
il cuore con cui ogni uomo, prima che giocatore, è disposto a mettere in gioco
sul campo da calcio. Questo gli fa sicuramente onore, ma come riescono questi
scalmanati ragazzi a finanziarsi, quale società sponsorizzerebbe un club del
genere? La risposta: non molte. Il club si autofinanzia con una sapiente
gestione del marketing. Il merchandising, supportato dalla storia del
quartiere, riesce a sostenere le gravose spese nel gestire ed organizzare un club di questa
importanza. In ogni angolo del mondo si trova una persona con una maglia dei “marronibianchi”
o con una maglia della Jolly Roger acquistata in quel di St. Pauli.
Merchandising è questa la fonte di sostentamento, oltre alla nascita di diverse
associazioni e branch che aiutano il club con donazioni e raccolte fondi. Ecco
come pirati ispirati dalla musica punk abbiano creato un club capace di
autofinanziarsi e barcamenarsi in questo calcio moderno gestito da sceicchi. Questo è
St. Pauli.
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